Le torri, i cortili e il Parco ducale
Un castello che si rispetti ha merlate e feritoie, ponti levatoi, imponenti torrioni e profondi fossati… così anche il Castello Sforzesco di Milano, le cui alterne vicende nel corso dei secoli s’intrecciano alla storia dell’intera città. Da suntuosa residenza della corte sforzesca, nel corso dei secoli la fortezza si trasformò in una trascurata caserma militare, alloggio di cavalli, soldati e polvere da sparo… chi lo direbbe mai, osservandola oggi, restaurata in tutto il suo splendore dall’architetto di Luca Beltrami a fine XIX secolo?
Fornito di ben sei torri (attenti a contarle tutte!), il Castello è reso più che mai riconoscibile nello skyline cittadino dalla celebre torre del Filarete, che troneggia affusolata all’ingresso del cortile delle armi. Quale il motivo del suo nome? Fu progettata nel 1452 dall’architetto toscano Antonio Averulino detto Filarete voluto a Milano dal duca Francesco Sforza. Il biscione che ne decora le superfici ricorda tuttora il potere del ducato milanese e, insieme ad altri simboli nascosti qua e là fra i cortili della fortezza (primo fra tutti il decoratissimo cortile della Rocchetta), racconta le virtù che il celebre casato amava attribuirsi.
Ma forse non tutti sanno che fra gli abitanti dei cortili castellani si annovera anche un grande elefante, dipinto nel portico del Cortile ducale. La curiosa immagine probabilmente testimonia la presenza di animali esotici nel cosiddetto Barcho ducale, l’enorme tenuta in cui gli Sforza amavano trascorrere le proprie ore a caccia di selvaggina… guardando l’area di Parco Sempione possiamo forse immaginarcelo, anche se il Barcho sforzesco era molto più vasto e incontaminato del parco urbano creato molti secoli dopo come polmone verde della città.
Il Castello Sforzesco, casa di artisti
Oggi il Castello Sforzesco di Milano è sede dei Musei Civici della città ed accoglie un patrimonio artistico di eccezionale valore; basti ricordare la Pietà Rondanini di Michelangelo Buonarroti, posta al centro dell’omonimo museo nell’Ospedale degli Spagnoli, l’edificio posto sul lato occidentale del Cortile delle Armi.
Ma un tempo chi abitava il Castello e i suoi grandi spazi? Dimora degli Sforza, il Castello ebbe il suo momento di gloria alla fine del Quattrocento, sotto il ducato di Ludovico il Moro e Beatrice d’Este… in quegli anni stessi anni lavorarono a Milano Bramante e Leonardo da Vinci, attivi come artisti di corte, designers, organizzatori di feste e non solo… Per celebrare Ludovico, Leonardo progettò la grandiosa Sala delle Asse: un pergolato dipinto, fatto di rami di gelso preziosamente intrecciati, che oggi rivive nel cortile principale del Castello e che rimane visibile nella sala a piano terra della Torre Falconiera, oggetto di un lungo restauro. Proprio accanto alla splendida sala si racconta che il duca si rifugiasse a piangere la morte di Beatrice d’Este, nelle salette della cosiddetta Ponticella. Un luogo “privato” della fortezza, defilato rispetto ai grandi cortili ed ultima tappa da raggiungere in questo itinerario pensato per esplorare il Castello, scoprirne simboli e segreti.
La visita guidata, destinata a bambini dai 4 ai 10 anni, prevede la presenza di un accompagnatore adulto durante lo svolgimento dell’attività.