01 Luglio 2022
Proprio nel cuore di Milano, presso la Veneranda Biblioteca Ambrosiana, si conserva un tesoro senza eguali: il Codice Atlantico di Leonardo da Vinci. Si tratta della più ampia raccolta di disegni e scritti del grande maestro toscano che proprio nel capoluogo lombardo soggiornò, a due riprese, per oltre quindici anni, lasciando dietro di sé una serie di capolavori immortali – in primis il Cenacolo – e un’eredità ricchissima per gli artisti che vennero dopo di lui, a Milano e non solo.
Il Codice Atlantico, custodito nella biblioteca adiacente alle sale della Pinacoteca Ambrosiana, ci permette di entrare, passo dopo passo, nell’immaginario sperimentale del grande artista: disegni, progetti, macchine, schizzi naturalistici, annotazioni, che raccontano la vita straordinaria di Leonardo, le sue passioni e i suoi studi. Una cartina tornasole che può aiutarci a girare le vie di Milano, nei tanti tour guidati dedicati al grande genio, per comprenderne le vicende biografiche, l’arte e la poetica.
Fra i ben 1119 fogli dell’immane raccolta grafica, molti sono i tasselli della storia milanese di Leonardo da Vinci o i disegni più significativi degli interessi coltivati dall’artista nel corso della sua carriera presso il ducato sforzesco: ingegneria militare, meccanica, architettura, botanica e ottica. A rotazione, nelle sale dell’Ambrosiana vengono esposti i disegni più significativi, a comporre piccole mostre di approfondimento dedicate ai temi più affascinanti e curiosi della produzione leonardesca.
Il Codice Atlantico, un tesoro tutto milanese
La collezione più vasta al mondo di disegni e scritti vinciani porta un nome che certo non passa inosservato: Codice Atlantico. Nulla ha a che vedere con l’Oceano, bensì fa riferimento alla grande dimensione (“atlantica”) delle pagine su cui gli originali fogli leonardeschi ereditati da Francesco Melzi furono assemblati alla fine del Cinquecento dallo scultore milanese Pompeo Leoni, responsabile della composizione delle due principali raccolte vinciane presenti al mondo: il Codice Atlantico, appunto, e la miscellanea del Castello di Windsor, in Inghilterra.
A Milano, presso la Veneranda Biblioteca Ambrosiana, il Codice Atlantico si conserva dal 1637, quando fu donato dal nobiluomo milanese Galeazzo Arconati all’illustre istituzione fondata dal cardinale Federico Borromeo, arcivescovo di Milano. Oggi la Pinacoteca Ambrosiana è perciò una tappa imperdibile quando si parla di Leonardo a Milano: non solo vi si possono ammirare, a rotazione, i disegni più belli del Codice Atlantico, ma anche altre opere di Leonardo e dei suoi allievi. Insuperabili, fra tutti i dipinti, il Ritratto di Musico, opera milanese di Leonardo che ci osserva, in silenzio, nelle sale della pinacoteca.
La Cripta di San Sepolcro nel Codice Atlantico di Leonardo
Fra i disegni più noti contenuti nella miscellanea del Codice Atlantico è impossibile non ricordare la famosa mappa di Milano, che in pianta e a volo d’uccello comprende i monumenti più importanti della città d’inizio Cinquecento, dal Castello Sforzesco al Duomo. Il centro della città rinascimentale, secondo Leonardo? L’antichissima chiesa di San Sepolcro, un gioiello che oggi, restaurato, torna a risplendere e merita di essere riscoperto, proprio a due passi dall’Ambrosiana.
Leonardo da Vinci lo definì “vero centro” di Milano perchè proprio qui, nel luogo dell’antico foro di Mediolanum, si incrociavano il cardo e il decumano del tessuto urbano di età romana. A riprova dei suoi interessi architettonici, in altri disegni oggi conservati a Parigi l’artista toscano delinea la pianta della chiesa superiore di San Sepolcro e della chiesa ipogea, nota anche come Cripta di San Sepolcro. Anche oggi, scendendo nell’antica oscurità di questo tesoro milanese, non risulta difficile immaginare Leonardo, assorto nello studio, fra colonne, capitelli e splendide decorazioni murali!
Visita con noi la Cripta di San Sepolcro
Dalla guerra alla botanica: il mondo di Leonardo nei disegni del prezioso manoscritto
Sfogliare i disegni del Codice Atlantico di Leonardo, è un po’ come entrare nella mente del genio toscano, in un laboratorio creativo fatto di idee, suggestioni, progetti, affidati tanto alla traduzione disegnativa quanto a lunghe righe di testo, rigorosamente stese con la scrittura inversa, leggibile allo specchio, che è cifra distintiva dei manoscritti vinciani.
Fra quei fogli, si trovano non pochi spunti utili a conoscere meglio la Milano di Leonardo, la città in cui l’artista lavorava e si muoveva, con crescente successo, a partire dal 1483 e in particolare sotto il ducato di Ludovico il Moro. I tanti disegni di macchine da guerra presenti nel Codice Atlantico riportano alla memoria il desiderio di Leonardo di proporsi agli Sforza come ingegnere militare, tanto che non rari furono i suoi studi per potenziare l’apparato difensivo del Castello Sforzesco, la fortezza eletta dalla famiglia ducale a propria residenza in Milano; nonostante gli eleganti cortili rinascimentali, l’edificio doveva assolvere anche ad un’importante funzione militare, rispetto ad attacchi di nemici esterni o a rivolte della stessa popolazione milanese!
Splendidi, nelle pagine del Codice Atlantico così come nella Windsor Collection, sono alcuni celebri studi che Leonardo dedica al mondo botanico: una passione che nasce in lui ancora negli anni della formazione fiorentina ma che solo a Milano si perfeziona. Foglie e piante, tradotte con la minuzia degli erbari medievali e la capacità di osservazione tipica dello scienziato che si aggira curioso per orti e boschi milanesi. Non a caso una pagina del codice raffigura un ramo di gelso, pianta frequente nella vegetazione lombarda. Le foglie cuoriformi e i carnosi frutti dello schizzo botanico ricordano un’opera importante della carriera milanese di Leonardo, la Sala delle Asse nel Castello Sforzesco, il cui pergolato dipinto è ancora oggi sottoposto ad un complesso intervento di restauro.
Studi e annotazioni dedicati a foglie e botanica, riferimenti che fanno ogni tanto capolino nel Codice Atlantico, ci riportano infine ad un altro luogo della topografia vinciana in città: la Vigna di Leonardo, nel giardino di Casa Atellani a pochi passi da Santa Maria delle Grazie. Si narra che la vigna fu regalata all’artista proprio da Ludovico il Moro, come ricompensa per la maestosa realizzazione del Cenacolo vinciano… certo è che Leonardo amasse intrattenersi fra tralci e grappoli, in quello che oggi è un angolo di verde nascosto nel centro di Milano, tappa da non perdere per una visita guidata all’insegna del mite clima primaverile!