20 Maggio 2020
Malvagio. Crudele. Pazzo.
Queste le definizioni per Giovanni Maria Visconti. Dieci anni di potere che porteranno tensioni politiche, guerre, infine il figlio contro la madre, che verrà imprigionata nel Castello di Pavia dove morirà dopo soli due mesi.
E ancora 200 cittadini passati per le armi. Riuniti, invocando il Duca, chiedevano pace e giustizia; e la giornata terminerà in un bagno di sangue.
Anche lui come Bernabò, appassionato delle battute di caccia con i suoi mastini, ma costui, peggiore dell’avo, non si accontentava degli animali. Si faceva consegnare i condannati dal Tribunale di Milano, trasformandoli in prede umane che il suo sadismo preferiva ai cinghiali.
E’ il 16 maggio 1412. Giovanni Maria si reca per seguire la Messa presso la Chiesa di S. Gottardo in Corte, accanto al Duomo in costruzione.
Non vi entrerà. Circondato sui gradini d’ingresso dai rappresentanti di illustri famiglie che ne avevano subito i feroci eccessi, Pusterla, Del Majno, Baggi, Mantegazza, verrà pugnalato con numerosi fendenti, l’ultimo alla testa.
Muore così, a 24 anni, dopo dieci di governo del terrore e dell’orrore; neppure la moglie Antonia andrà a rendere omaggio alla salma.
Ora il sipario dei Visconti si spalanca su Filippo Maria. E dopo di lui avrà inizio la dinastia Sforzesca, con Francesco.
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