12 Maggio 2020
Sarà proprio lui, Gian Galeazzo Visconti, noto per la fondazione della Veneranda Fabbrica del Duomo e per il trasporto dei marmi di Candoglia a Milano, il fautore dell’espansione territoriale unificando vastissimi domini viscontei in Lombardia, per poi conquistare gran parte del Piemonte, del Veneto, dell’Emilia, dell’Umbria.
Gli resiste la Toscana, della quale capitolano solo Pisa e Siena; infine la vittoria su Firenze, nemica irriducibile, sarà raggiunta grazie a condottieri quali Jacopo dal Verme e Facino Cane.
Notevole l’attività diplomatica, che consentirà anche le nozze di sua figlia Valentina con Luigi d’Orleans, fratello di Re Carlo VI.
Alla morte del padre Galeazzo II, nel 1378 diventa Signore di Pavia.
E’ l’anno 1395 quando il luogotenente dell’Imperatore Venceslao durante una sontuosa cerimonia sul sagrato della Basilica di Sant’Ambrogio, impone la berretta di primo Duca di Milano sul capo di Gian Galeazzo. Il quale nel corso dell’anno precedente si era molto impegnato per arrivare a questo traguardo: aveva inviato un proprio ambasciatore in Boemia alla corte dell’imperatore con la richiesta che gli venisse concesso tale titolo, accompagnata dalla promessa di versare un ingente patrimonio nelle casse imperiali. E anche il suo ambasciatore e parente – Frate Pietro Filargo da Candia – otterrà molto dalla trattativa: in un primo tempo nominato arcivescovo di Milano, poi cardinale, infine salirà al soglio pontificio con il nome di Alessandro V.
Nel 1402 Gian Galeazzo Visconti, artefice dell’egemonia viscontea, muore di peste nel Castello di Melegnano dove era andato a rifugiarsi, inutilmente, nel timore del contagio del morbo.
Secondo il suo desiderio scritto nel testamento, verrà sepolto nella Certosa di Pavia mentre il suo cuore verrà conservato nella Basilica di San Michele sempre a Pavia.
Il titolo e la Signoria dei territori passano al suo primogenito, il tredicenne Giovanni Maria, sotto tutela della madre, la Reggente Caterina.
Scopri di più sulla scrittrice Giovanna Ferrante.
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