Se una visita almeno una volta nella vita al capolavoro di Leonardo da Vinci, conosciuto e celebrato in tutto il mondo, è un must to do, una visita guidata a porte chiuse del Cenacolo Vinciano e della Basilica di Santa Maria delle Grazie, senza attese né code e indugiando a lungo sull’eccellenza artistica dell’Ultima Cena, è sicuramente un’esperienza unica e di rara bellezza, che gli ospiti non potranno mai dimenticare.
E ancor di più, l’immersione nel fascino enigmatico del Cenacolo Vinciano, l’opera principe della cultura milanese, può essere ulteriormente amplificata dal prestigio e dall’esclusività di un evento a porte chiuse interamente orchestrato all’interno degli spazi e dei Chiostri del complesso del Convento domenicano di Santa Maria delle Grazie.
L’antico Borgo sforzesco delle Grazie
Forse non tutti sono a conoscenza del rapporto privilegiato che ebbe Leonardo da Vinci con la città di Milano e con la Corte Sforzesca di Ludovico Sforza detto “il Moro”, sotto la cui egida il Rinascimento milanese conobbe il suo periodo d’oro e il quale commissionò a Leonardo la celeberrima Ultima Cena, custodita nell’ex refettorio della chiesa di Santa Maria delle Grazie. Ludovico il Moro aveva infatti eletto la chiesa domenicana a luogo privilegiato di celebrazione del prestigio della casata Sforza.
L’intero complesso di Santa Maria delle Grazie è oggi un’oasi di pace e di spiritualità nel cuore del Centro storico di Milano. Eppure, nel silenzio sacrale di questo luogo, ogni elemento rievoca l’antico splendore rinascimentale: gli avanguardistici incastri di forme, spazi e volumi della Tribuna della chiesa di Santa Maria delle Grazie del Bramante, la perfezione delle linee che uniscono gli sguardi dei muti dialoghi dell’enigmatico Cenacolo Vinciano di Leonardo; persino ogni brandello di intonaco sbiadito che emerge dal bianco candore dei muri lascia intuire distese di intere pareti e soffitti un tempo affrescati.
Una passeggiata con Ludovico il Moro, Leonardo e Bramante
Sembra di fare un salto indietro nel tempo, e di rivivere il prestigio e lo sfarzo quattrocentesco della Corte degli Sforza. I partecipanti ripercorrono e affiancano i nobili passi di Ludovico il Moro e di Gian Galeazzo Sforza, di Beatrice d’Este e di Isabella d’Aragona, di Cecilia Gallerani, forse amante prediletta di Ludovico, tanto che venne ritratta da Leonardo nel famosissimo dipinto della Dama con l’ermellino.
Sembra di vedere all’opera gli artisti che gravitavano attorno alla casata: ecco Leonardo intento a mettere a punto una nuova tecnica da sperimentare sull’intonaco ancora intonso della parete del refettorio domenicano, opposta e dirimpetto all’affresco da poco ultimato della Crocifissione di Donato Montorfano; ecco il pittore e architetto urbinate Donato Bramante ammirare con soddisfazione il cielo azzurro tempestato di stelle d’oro della volta della Sagrestia del Bramante, che dall’artista prese il nome.
Tra eccellenza artistica ed eccellenza culinaria
A coronamento della visita in esclusiva dell’Ultima Cena, simbolo dell’eccellenza artistica della città di Milano, non c’è modo migliore per concludere la serata di un momento di convivialità presso un ristorante partner, degustando le eccellenze culinarie della tradizione enogastronomica meneghina.
Oppure, gli ospiti possono decidere di intrattenersi ancora per un po’ alla Corte degli Sforza, per un banchetto di qualità a loro dedicato all’interno delle sale al contempo austere e ciarliere di storie e racconti del Complesso di Santa Maria delle Grazie, o avvolti nella pace silenziosa del verde lussureggiante dei Chiostri interni, magnifici, nell’illuminazione della notte. Un evento esclusivo e di prestigio che parte dal Cenacolo Vinciano per immergersi nel cuore del grande Rinascimento di Milano.