19 Marzo 2020
1848 – Le Cinque Giornate di Milano.
La città è assediata dalle truppe austriache e un irrefrenabile impeto travolge i milanesi. Si combatte ormai da giorni e le campane risuonano con tanta veemenza che alcune addirittura finiscono col rompersi! Barricate ovunque, costruite con quello che capita: armadi, sedie, barili, carrozze… non mancano neppure i banchi delle chiese.
E intanto dalle finestre piove di tutto: cibo, olio bollente, oggetti contundenti e chi più ne ha più ne metta.
Bisogna trovare al più presto il modo di comunicare con la campagna e le città vicine, per attaccare alle spalle il nemico. Ci penserà un prete del Seminario di Porta Venezia, ma che non ha esitato a impugnare il suo fucile e a salire sulle barricate, a trovare una soluzione. Si tratta di Antonio Stoppani, che in breve tempo costruisce dei palloncini aerostatici fatti di carta, colla e funicelle contenenti dei messaggi per il contado fuori città: “Impugnate le armi contro il nemico impedendo ogni approvvigionamento di armi e di cibo”.
L’intuizione, tanto semplice quanto geniale, porta all’effetto sperato e i milanesi, con l’aiuto dei nuovi combattenti, riescono ben presto a circondare il nemico!
Oggi, cimelio di questa incredibile impresa, rimane al Museo del Risorgimento di Milano proprio uno dei messaggi che volarono via dalla città in quel lontano marzo del 1848.
Un altro importante esempio, che sembra oggi più che mai necessario ricordare, di come solo uniti si riesce a raggiungere grandi risultati!
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